martedì 31 agosto 2010

Giganti in ginocchio

Tra le cose dell'ufficio, in mezzo ad una pila di carte delle quali non se ne salva una, è saltata fuori una videocassetta (sì, le carte erano davvero tante per mimetizzare un vhs, ne devo parlare con la donna delle pulizie. Sarà la prima cosa che farò non appena ne prenderemo una).
Era un film: "Impiegati... male!", una commediola del '99. Ricordo la vedemmo in ufficio, insieme, in occasione di non so cosa. E qua è rimasta.
Ora, il punto non è la pila di carte, la videocassetta di Blockbuster mai rivendicata o il motivo per cui vedemmo un film in ufficio (anche se ci sarebbe da riflettere su tutte queste cose).

Di cosa voglio parlare? Del fallimento di Blockbuster, recentemente annunciato.

E' fallito un sistema, non un'azienda.
Il sistema che prevede l'oggetto fisico al centro dello scambio.

Uscire di casa, trovare parcheggio, scegliere il film, non trovarlo perchè qualcuno già l'ha preso, ripiegare su un secondo, tornare a casa, trovare parcheggio (si vede che ho problemi di parcheggio?), sperare che la custodia contenga il film giusto (controllarlo prima no, eh?), restituire il film il giorno dopo. Che era la cosa peggiore di tutte.

Oggi il film me lo portano a casa. Perchè non è il supporto che mi interessa ma il suo contenuto digitale. Non è il DVD che sto pagando, ma Bruce Willis. Non era il vhs che mi interessava ma sapere chi fosse l'assassino.

La digitalizzazione dei contenuti ha portato anche uno spostamento di fuoco sull'oggetto della transazione ed una presa di coscienza sul reale oggetto dello scambio commerciale.

Società come Apple, Netflix, Hulu, vendono bit. Acquisto un film su Sky anche con una telefonata. Niente problemi di parcheggio. Oggi piove anche, tra l'altro.

L'incapacità di riorganizzazione aziendale di Blockbuster è diventata fenomeno studiato nelle facoltà di economia. Un colosso dai piedi d'argilla, crollato sotto i colpi di un presente che veniva considerato ancora lontano "futuro" e che li ha fagocitati in pochissimi anni.

Nessun dirigente probabilmente possedeva un telefonino: avrebbe capito che un film è possibile vederselo anche là sopra. Piccolo, certo.

Nessuno si rendeva conto che, come lo scomparto floppy, anche quello per il CD/DVD andava scomparendo, in primis dai portatili.

Nessuno ragionava in termini di flusso dati ma solo di flussi di cassa.
Che si sono arrestati.

Quella di Blockbuster è una grande lezione di organizzazione aziendale e importanza di gestire il cambiamento. In questo caso cambiamenti esogeni devono corrispondere a cambiamenti strutturali, anche radicali. La risposta alle mutate esigenze deve essere fornita prima che le stesse inizino a farsi pressanti, altrimenti sarà già troppo tardi.

Chi può considerarsi davvero responsabile per quel fallimento? Certamente il gruppo dirigente, la squadra che avrebbe dovuto cogliere un'opportunità e non vanamente rinforzare una struttura ormai logora.
Sono questi ad aver affondato una corazzata come Blockbuster.

E forse anche un po' noi. Noi in ufficio, dico. Che ci siamo tenuti quella cassetta.

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