mercoledì 12 gennaio 2011

Fatevi i fatti mostri

Netturbini chiacchierano in servizio: il sindaco, Michele Emiliano, pubblica le loro foto su Facebook.


Un cittadino (anch'egli con discreto tempo da perdere) vede tre netturbini chiacchierare durante l'orario di lavoro, li fotografa e invia sulla pagina Facebook del sindaco la foto incriminata. Questi, prontamente, avvia una inchiesta per sottolineare il fancazzismo e l'indolenza (già accertata e messa alla gogna) dei malcapitati-sfaccendati.

"E' Facebook, baby, non hai scampo".

L'uso a sproposito di Facebook genera piccoli grandi mostri.

Da mezzo ludico a parte della vita di ciascuno di noi, anche lavorativa. I cellulari armati di fotocamera e il collegamento internet mobile fanno il resto.

Siamo informati di tutto: so che il mio amico che vive a Berlino ha una colite, oggi. L'aveva anche ieri, eh. E che Serena, sconosciuto mio contatto facebookiano da tre mesi, si trova alla fermata dell'autobus: "way to Adelaide", scrive. Non so se sia la città o una sua amica.

Ma non importa. Importa condividere, far sapere ai nostri contatti che si è.

Quando vinsero il concorso per netturbini al comune, quei tre probabilmente tutto pensavano tranne di diventare un caso mediatico che avrebbe messo in pericolo il posto di lavoro. Sprovveduti!

Il Grande Fratello non è solo Endemol. Siamo un popolo di Brunetta, di guardoni senza neppure il ritegno dell'imboscamento.
La parrucchiera di mia moglie è una dilettante rispetto a qualunque mio contatto su Facebook.
E pensare che era nato per mettere in contatto compagni di scuola che non si vedevano da tempo.
Ora odio tutti loro: l'intera III C. Siete cresciuti male, invecchiati peggio.
Quasi quasi pubblico le vostre foto di ieri e di oggi, così ve ne rendete conto.
Facebook mi incattivisce ormai, da quando ho smesso con Farmville non sono più lo stesso.

Intanto è stato annunciato l'avvio di un'indagine interna per verificare eventuali responsabilità dei netturbini.

Moderni capri espiatori.