lunedì 31 maggio 2010

IPAD, primizie ed impressioni

Ho avuto tra le mani l'IPAD. E ben un giorno prima dei comuni mortali.
Non starò a dire cosa ho dovuto fare/dare per questo privilegio ma tant'è: l'oggetto era a casa mia.
Anzi, a dirla tutta a casa c'è stato ben poco: diciamo che per due giorni è stata la mia coperta di Linus, il mio animale da passeggio, la mia ombra (se non fosse così divinamente luminoso).
Chiariamoci, non sono un fanatico della tecnologia, checchè ne dicano i miei detrattori. E che a casa abbia i poster di 2001: Odissea nello spazio, e nel portafoglio la foto di Steve Jobs non conferma nulla.
Ma non ho resistito allo sfoggio di un oggetto che ancora nessuno possedeva.
Il mio sabato è iniziato al tavolino di uno stabilimento balneare: c'era chi prendeva il caffè, chi leggeva il giornale... Io sfogliavo pagine Internet con l'IPAD. Tenendolo ben alto e visibile. Attorno a me i primi curiosi. Poi altri, richiamati dalla curiosità stessa. Intendiamoci, niente di eccezionale.
Almeno fino a che non è dovuto intervenire un vigile.
Ho scaricato delle applicazioni: una per la musica, una per leggere PDF, una per gestire i fogli Excel e quella specifica di Wikipedia.
C'era una Wi-fi aperta e mi sono collegato gratuitamente ma anche se così non fosse stato avevo la mia bella schedina 3G e avrei fatto tutto lo stesso senza problemi.
Le dimensioni dell'IPAD sono a mio parere perfette per essere tenuto in mano: forse un poco più pesante del previsto e alla lunga leggere un lungo testo potrebbe risultare stancante. Ma sabato questo era un falso problema: io ero là più per un riscontro sociologico che un vero e proprio uso. E la risposta è stata superiore alle già rosee aspettative.
E' che l'IPAD prende, c'è poco da fare. Si vede che è qualcosa di nuovo e diverso. E lo resterà per un pezzo, come è stato ed è per l'IPHONE, nonostante i tentativi di imitazione, spesso tecniologicamente anche superiori, ma un'oggetto Apple è un oggetto Apple, non si discute.
Non ho ancora capito cosa renda la roba della Mela così attraente. Voglio dire: qua si parla di computer, telefoni, lettori mp3, mica di Spirito Santo. Eppure ogni volta è un successo: è come se quel logo desse un imprimatur metafisico, una sorta di trascendenza ad un insieme di circuiti integrati e materiali conduttori. O è forse il contrario? E' il cliente/utente Apple ad essere un animista convinto e a riversare negli oggetti di Jobs la sua idea di divinità? O semplicemente sto esagerando e tutto questo mio sproloquio dipende dalle droghe che Apple spruzza sui suoi prodotti (c'è pure questa leggenda in giro, non scherzo).
Insomma, sabato ero al centro dell'attenzione. E la domenica anche peggio, avendo avuto la malsana idea di portarlo con me a pranzo in un agriturismo in montagna: tra una tagliatella ai profumi di bosco ed un agnello alla brace il mio IPAD faceva bella mostra di sè sul tavolo ed ognuno che passava di là si soffermava: i più buttavano un occhio, molti indugiavano un attimo in più, alcuni audaci chiedevano. Uno mi ha proprio chiesto di usarlo ed io ho fatto finta di non soffrire mentre spennellava le sue dita all'intingolo di burro sul mio bambino.
Quando ho scaricato la posta mi sono accorto che dovevo fare un lavoretto rapido ma urgente e ho aperto il mio Quickoffice per modificare il documento di testo direttamente dal tavolo del ristorante. E l'ho rispedito prima del dolce.
Per ora non ho sentito la mancanza di una USB ma credo più per caso.
Insomma, il primo impatto con l'IPAD devo ancora averlo dal punto di vista tecnico-pratico perchè quel che ho fatto finora è ben poca cosa.
Ciò che ho visto per adesso però è ampiamente sufficiente a farmi dire che si tratta di un prodotto che copre perfettamente una parte di mercato ancora scoperta: quella che sta tra il notebook e il palmare. Ma - aggiungo - si pone trasversalmente anche a questi.
A breve capiremo meglio se Zio Steve ha fatto ancora centro.
Io intanto me lo coccolo ancora un po'.